mercoledì 21 giugno 2017

Ko(LOVE)valam

Kovalam e Kanyakumari
24-28 maggio

Nota iniziale: 
Tutto quello che é in rete é pubblico. 
Ho deciso di scrivere questo pezzo molto molto molto personale perché credo che sia responsabilità di ognuno di noi combattere per rendere il mondo migliore. E per me é migliore solo nell'amore con la A maiuscola. 
Quello che può finire e cambiare ma mai fare del male!

Finalmente raggiungo Gabriel, quel ragazzo così tranquillo e interessante che avevo incontrato a Thottada e chi mi aveva lasciato la sensazione di volerne sapere di più di lui.

Il viaggio in treno é assolutamente devastante. Uno dei peggiori degli ultimi tempi, complici il caldo assurdo e la simpatica misoginia degli uomini che condividono con me lo scomparto.
Gabriel non ha più la sim indiana, le nostre conversazioni avvengono via mail e solo quando lui ha il wifi. Spero che abbia capito quando e dove arrivo, ma eccolo lì venuto a prendermi in stazione degli autobus. Ha stampato in volto uno splendido sorriso, il sorriso di chi mi aspettava ed é veramente felice di vedermi.
Ha prenotato una camera per me nella sua stessa guesthouse, bella, pulita, grande e gestita da un uomo che é un pezzo di pane dal cuore grande.
La cittadina é surreale, tutto sta chiudendo perché a breve arriveranno i monsoni. Siamo noi due superstiti e qualche famiglia indiana.
Tutto ciò rende l'atmosfera perfetta, rilassata senza il caos e la baraonda tipica dei boulevard marini in alta stagione che né io, né lui amiamo.
Trascorriamo le giornate a fare il bagno e chiacchierare, tanto, di tutto, di ogni cosa.  Il tempo mi sembra essersi fermato. I secondi sono ore, i giorni mesi, il passato e il futuro si mescolano, non so più dove sono.

Quanto tempo serve per innamorarsi?
A volte basta un battito di ciglia, a volte un respiro, a volte una sola parola.
L'amore é un sentimento meraviglioso. Io credo sia l'unica vera energia che muove il mondo.
Tutto é amore.
Tutto nasce e finisce nell'amore e questo é infinito, enterno, ma mutevole come lo sono le stagioni.
Vivere nell'amore significa vivere nelle sue leggi.
Esso é come l'acqua di Kovalam: inarrestabile, profondo, imprevedibile, pericoloso, avvolgente. Impossibile catturarlo con le mani.
Va lasciato libero di scorrere e di manifestarsi, senza se e senza ma, senza domandarsi perché proprio ora, perché proprio qui. Pronta o non pronta, felice o meno i monsoni arrivano quando vogliono loro.
Non credo in un unico amore e se ci pensate bene amiamo ogni membro della nostra famiglia, gli amici speciali, i figli, magari la patria, sicuramente la pizza e pure il cane! Credo nella possibilità che il nostro cuore sia creato per seguire la principale caratteristica di infinito dell'amore, siamo progettati per amare ed espandere questo sentimento.
Amiamo senza ritegno perché nell'amore vero di male non ce n'è. L'amore che nasce non dal desiderio di colmare i nostri bisogni o nascondere le nostre debolezze, non quello che ci spinge a voler cambiare e modellare qualcuno come più piace a noi, sai per incastrarsi meglio, non quello che ci porta a voler possedere e stringere nella gelosia dell'ego.
No quello non é amore.
Amiamo per condividere e spargere ovunque l'amore che é in noi.
Per l'ennesima volta nella vita, senza paura lo ammetto: mi sono innamorata.
L'india aveva ancora un regalo da farmi, nelle mie ultime settimane qui. Inaspettato e prezioso.
Mi ha fatto innamorare perdutamente di lei e di Gabriel.
Noi due ci salutiamo a Kanyakumari, il punto più a sud dell'India, più giù di qua insieme non si può andare.
Ora si può solo risalire.
Ora si può solo volare.


Vola solo chi osa farlo.

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Kollam, Varkala e la nascita di un mito

21-23 maggio

Scendendo a sud verso Gabriel, sono passata da Kollam per andare a trovare il mio caro amico Afsal, compagno di party, risate e relax a Goa.
Da bravo indiano non ha voluto sentire scuse e mi ha trattato più che da ospite da principessa. Con i suoi tre cugini abbiano trascorso due bellissime giornate. Diciamo che ho vissuto la tipica vacanza Indian style "con e per indiani": hotel lusso, cibo cibo e ancora cibo, macchina super comfort per gli spostamenti e una marea di selfie!

Ma l'avvenimento che mi ha letteralmente lasciato senza fiato é stato la scoperta del cinema di Bollywood, anzi più precisamente di un film epico, mi correggo IL film indiano epico. É la pellicola (divisa in due episodi) che ha fatto più incassi di sempre e ancora dopo un mese dall'uscita fa il completo a tutte le ore.
Il film é un misto dei peggiori/migliori effetti speciali di Hollywood, quelli che ti fanno dire "che americanata" ma poi rimani colpito, una fotografia fantasy dai colori e dalle forme coinvolgenti, balletti e canzoni, una storia complicata tipica di un Epic movie (ho dovuto chiedere più e più volte spiegazioni).
Come sono finita in questo vortice?
La prima sera a Kollam é brutto tempo e piove. Afsal mi chiede cosa voglio fare, ci penso su. Non sono ancora stata al cinema e continuo a vedere manifesti di questo tizio sul dorso di un elefante con tanto di arco, frecce e corona.. mi ispira troppo!
Lui é entusiasta, ma mi informa che per capirci qualcosa devo necessariamente vedere il primo episodio, altrimenti mi sarei persa 3 ore di antefatti. Andata! Porta il suo PC in camera e vediamo il film in inglese. La situazione é complessa: astruse relazioni parentali, divinità, poteri soprannaturali, flashback e anticipazioni rendono il tutto abbastanza complicato.
Fiera di averne comunque colto il succo, il giorno dopo a mezzogiorno siamo in sala per il secondo episodio... in lingua Malealam e senza sottotitoli! Ok ce la posso fare senza interrompere i miei vicini di posto per spiegazioni e delucidazioni ogni due secondi!
OMG io adoro questo film. É la trasposizione in pellicola del gusto, delle credenze, delle passioni e del modo di vivere dell'India moderna.
Voglio il DVD!
Ancora emozionata come una bambina, ci spostatiamo a Varkala dove poi deciso di rimanere due notti, mentre Afsal e parentado devono tornare al lavoro.
La spiaggia é meraviglioso e per raggiungerla bisogna scendere una scogliera. Il mare é fresco e agitato, il tramonto meraviglioso.

Ma... Continuo a pensare che devo rivedere al più presto Baaubhali!

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Kochi e Alleppy

12-20 maggio

Casper é un caro amico danese di Andrej, che é venuto a trovarlo per qualche mese. I due decidono di fare la pazzia di prendere un volo da Bangalore e raggiungermi in Kerala per il weekend! Io ne sono entusiasta.
Decidiamo di incontrarci a Fort Kochi dove vogliamo spendere 2 notti e visitare la zona storica.
Inutile dirlo che ci divertiamo come i pazzi.
Casper é molto pacato, ma nasconde un modo di vivere fuori dagli schemi e completamente imprevedibile, Andrej invece é un entusiasta e una forza della natura. Io sono io. E 1+1+1 fa 3.
Ne combiniamo di tutti i colori tra chiese, musei, negozi di antiquariato. Finiamo con il giudare a turno un tuktuk, fare baldoria con i gestori della guesthouse, separare ginger assieme alle donne del posto, fare pipì con gli indiani a farmi da palo , guardare il tramonto dal molo e molto molto altro.


Ma la vera sorpresa é quella che ci aspetta ad Alleppy. Attorno a questa cittadina ci sono delle backwaters, ovvero tutti dei canali che si snodano circondati da una giungla lussureggiante.
Organizzano delle meravigliose crociere su questi canali, costano al di là del mio budget. Andrej insiste, vuole farmi sperimentare questa avventura ed é un uomo molto molto generoso.
Faremo una divisione dei costi proporzionale ai guadagni percepiti, afferma! E così mi ritrovo a navigare su una splendida barca tradizionale in legno, dove passiamo quasi 24 ore di puro relax musica, buon cibo e birrette!


Grazie per questo splendido regalo. Regalare emozioni e ricordi vale cento volte di più di qualsiasi oggetto materiale.
Questa notte in barca la ricorderò per sempre!
Purtroppo il giorno seguente loro devono tornare a Bangalore, Andrej deve lavorare.
Io decido di fermarmi ancora un giorno ad Alleppy.
Per colpa di Babu e i gestori del Catamaran café che mi trattano da amica invece che da cliente, i bagnini del lido che mi fanno giocare con loro e le attrezzature da salvataggio, il giovane Pradul e il suo capo che mi lasciano dipingere sui muri della guesthouse rimango ad Alleppy la bellezza di altri 5 giorni!
Beati coloro che sanno stringere amicizie, vedere il bello di ogni situazione, cogliere le occasioni e non aver paura a seguire il cuore e le persone più che i luoghi e le tabelle di marcia!
Bless you India!

Lost in Thottada

9-11 maggio

Sono molto agitata nello scrivere questo post. Lo sono perché lo sto facendo a più di un mese di distanza e quindi so perfettamente a cosa condurrà questa tappa, quali altri eventi scatenerà.
Farò di tutto però per restare imparziale al futuro e provare a raccontare i fatti così come lo sono stati in quei giorni, senza anticipazioni.
Partiamo dal dire che Thottada è un posticino sperduto in Kerala, ma veramente sperduto. Dopo 5 giorni nelle Hill Station, dove la temperatura notturna era ben al di sotto del mio limite di sopportazione (che si aggira intorno ai 20°C), decido che è il momento di spostarmi di nuovo al mare, in Kerala.
La guida suggeriva un bel posto chiamato Thalassery. Convinta di andare lì, prendo in mano la cartina e il googletelefono per cercare dove dormire e scopro con orrore che non ci sono spiagge interessanti a Thalassery! Scartata. Subito.
Mi muovo su Google maps e finisco poco più a nord: Ezhara Beach. Ok fantastico. Scrivo un email a quella che pare essere l'unica guesthouse. Mi rispondono con gentilezza che è bassa stagione, sono chiusi e così la maggior parte delle strutture, ma che nella spiaggia accanto (Thottada) c'è una home stay (significa che vivi a casa con delle persone e nel prezzo ci sono inclusi i pasti) e che mi avrebbero fatto un buon prezzo.
Ormai ho capito che l'India mi suggerisce sempre i prossimi passi, così accetto e scrivo al signor Sreeranji. Mi risponde velocemente e con gentilezza, il prezzo è ragionevole e lui ha subito 'urgenza' di farmi sapere che c'è un ragazzo italiano in guesthouse.
Sono curiosa: dopo Roberto e Nicolò in Gujarat a febbraio, sono mesi che non trovo un italiano. Staremo a vedere perché solitamente gli italiani, non si offenda nessuno, sono casinisti e poco in linea con il mio modo di viaggiare, ma non voglio avere pregiudizi.
Parto quindi alla volta di Thottada. Il viaggio da Madikeri è assurdo: 7 ore per fare un centinaio di km. Indian standard.
Per fortuna mi salva il Signor Sreeranji che mi preleva in una cittadina e mi accompagna in macchina fin quasi alla proprietà. Dico 'fin quasi' perché la casa è tra la spiaggia e le backwaters, a cui si accede solo camminando per un sentierino nella giungla.
Il posto è una favola. Ho una bella camera al piano terra. La spiaggia è molto bella e selvaggia, ma le onde sono davvero grosse. Ho paura ad entrarci da sola.
Rimango in spiaggia quindi ad ammirarle e a guardare con curiosità la prima partita di calcio indiana, stupendomi del fatto che non stiano giocando a criket!
Quanto mi rode però non entrare in acqua... E mentre ci penso si avvicina un ragazzo, alto, bello, con un sorriso serio e profondo.
Capisco che è l'altro ospite. Si presenta e scoppio a ridere dentro di me: parla con uno spiccato accento tedesco! È altoatesino, siamo della stessa regione!
Mi invita subito a fare il bagno. Penso sia meraviglioso avere qualcuno che eventualmente potrebbe salvarmi, due secondi dopo però mi dice che in acqua senza occhiali non ci vede...
scoppio di nuovo a ridere dentro di me! Me la dovrò cavare da sola, ma sapere di avere qualcuno al mio fianco di rende coraggiosa. Il mare è molto bello e torniamo che è già buio.
Essendo gli unici due ospiti della struttura decidiamo di cenare assieme, chiacchiando a non finire fino a tarda notte. Mi piace questo ragazzo, è acculturato, educato e gentile. Forse troppo calmo per i miei standard, io sono un po' più burrascosa e turbolenta.
Gabriel però, si chiama così, il giorno dopo deve ripartire. Abbiamo il tempo di fare il bagno di mattina presto e poi mi sento di accompagnarlo in stazione.
Lì ci salutiamo con una foto, scambiandoci le email e la promessa che, perché no, potremmo rivederci. Oramai ho imparato che le belle connessioni l'India ti aiuta a tenerle.
I miei giorni seguenti scorrono tranquilli, tra spiaggia, passeggiate, temporali, noci di cocco da  dipingere e un quintale di cibo che Suma cerca di farmi ingurgitare asserendo che sono troppo magra.
Riparto da Thottada rigenerata e con un meraviglioso senso di pace. Vado a sud a rincontrare il mio amico Andrei!

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Coorg region

5-8 maggio

Ogni tanto l'India mi innervosisce, mi innervosisce parecchio. Quando poi il 'momento sbuffo' passa e quando finalmente mi fermo a riflettere a mente calma, mi rendo conto che non è colpa dell'India. È colpa mia.
Mia che da brava occidentale ogni tanto mi dimentico di dove sono e pretendo di trovare gli stessi standard a cui sono abituata, le stesse occasioni e strutture, gli stessi schemi.
Impossible!
Per fortuna, perché ho scelto appositamente e intenzionalmente di essere qui e vivere delle esperienze completamente diverse da quelle europee.
Queste sensazioni di nervosismo tornano a trovarmi nuovamente quando da Bangalore, che mi ha fatto risprofondare nelle logiche occidentali, mi sposto a Madikeri "capitale" turistica delle regione di Coorg, una bellissima regione in collina (Hill station) fresca e verdeggiante.
Cosa ci aspettiamo da una località turistica in montagna? Sentieri segnalati, cartine, bus navette o comunque collegamenti tra infrastrutture, informazioni turistiche e magari pure una guida locale a buon prezzo.
Cosa troviamo a Madikeri? Il delirio! Nessuno che parla inglese, nessun indicazione, nessuna informazione nemmeno su internet e tutti che si spostano solo ed esclusivamente su mezzi privati.
Arrivo di notte, al buio e sotto un temporale.
Trovo a fatica una Lodge economica, ma carina, dove l'acqua calda funziona solo dalle 6.30 alle 9.30 di mattina (questa cosa mi farà impazzire dopo i trekking del pomeriggio).
La mattina seguente decido di non scoraggiarmi e di provare a fare il primo trekking verso le cascate Abi Falls, che sulla guida sembrano essere eccezionali.
Risultato: cammino per 2 ore su una strada asfaltata perché sentieri alternativi non ne trovo. La passeggiata rilassante diventa uno stress, essendo accompagnata ogni 2 secondi da clacson esuberanti e quando finalmente, sudata e appiccicosa, arrivo a destinazione (che è affollatissima di turisti indiani arrivati in bus e auto) scopro che le cascate sono state recintate e non posso nemmeno sedermi a gustarmele con i piedi al fresco, come già progettavo.
Mannaggia a me e all'India, penso!
Mi rimetto in cammino, seguendo Maps-me trovo un passaggio nella giungla con tanto di ponte traballante e cerco di raggiungere quello che sembra essere un bel lago, nella speranza di trovare il tanto agognato posto per rilassarmi vicino all'acqua. Altro buco nell'acqua!
Il lago è artificiale con una grossa e brutta diga e vengo pure bloccata dalla sicurezza.
Mannaggia a me e all'India parte 2a, penso!
Scoraggiata riesco a fermare un tuk tuk e tornare in albergo per farmi una doccia congelata alle 6 di sera con 18 gradi esterni.
Le scuole sono chiuse per qualche vacanza. Cosicché anche la successiva idea di andare a rilassarmi nel view point sulle Hills non ha successo. Tutti gli indiani del mondo sono lì.
Mannaggia a me e all'India parte 3a, penso!
Mi faccio una risata e mi siedo a fotografare loro, che per me sono uno spettacolo maggiore delle colline sottostanti. Come riescano a riunirsi tutti in così poco spazio e da dove sbuchino resta per me un mistero!
Il giorno successivo decido di andare nella vicina Kushanalagara, dove c'è un tempio buddista. Oh finalmente ci sarà pace e tranquillità, mi siederò a meditare e mi ricaricherò le batterie.
Certo come no. Ricorda Martina: sei in India!
Il tempio è molto bello, ma pieno zeppo di indiani che lo usano alla loro maniera: seduti per terra chiacchierano, mangiano, allattano bambini, scattano selfie, ridono... Creano insomma il caos.
Ancora la mia mente sbaglia ancora. Pretende di trovate qualcosa che si aspetterebbe se non fosse in India, invece lo sono!
Quando ritrovo lucidità, scopro che nella sala sottostante al tempio tirato a lucido e con le statue dorate, siedono i monaci in preghiera. Mi passo un paio di ore con loro ad ascoltare i mantra.
Riscopro così una grande verità: la risposta alle nostre aspettative e domabde è sempre lì che ci guarda, l'India sa, l'India risponde, solo spesso non nel modo che ci aspettavamo!
E questo pensiero si rafforza ancora di più il giorno dopo quando decido di fare un trekking sul Shirangalli, alla volta di un tempio di Shiva.
Riesco a capire che con bus locale + tuktuk nella giungla dovrei riuscire ad essere sul sentiero giusto. Il driver mi lascia il suo numero e mi augura buona fortuna.
10 minuti dopo sono persa nella giungla, tra suoni strani, rumori, piante mai viste prima e la sensazione che quando mi è stato assicurato che non fosse stagione di tigri non fossero del tutto sinceri. Cammino con il coltello in mano e penso che forse e il caso di tornare indietro. Ma il mio orgoglio me lo impedisce.
Quando sono proprio al limite dell'esaurimento mentale, chiedo aiuto a Nama India.
In due secondi ecco arrivare la risposta: una gigantesca famiglia formata da un numero imprecisato di membri di tutte le età, la cui relazione mi è ancora incerta, si affaccia sul sentiero.
Sparlocchiano un po' di inglese. La mia giornata ha la svolta meravigliosa che non mi aspettavo. La passo tutta con loro, condividendo cibo, risate, preghiere e la loro casa alla base della montagna.
Non li scorderò mai!

È quando smetti di voler far andare le cose come ti aspetti, è quando smetti di avere aspettative, è quando ti lasci trasportare dal paese dove ti trovi e dalle sue leggi che puoi sperimentare la vera felicità di fare parte di quel mondo!
Namastè India

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martedì 20 giugno 2017

Bangalore. Un tuffo nel 21 secolo

28 aprile - 4 maggio

Questa Bangalore è stata una vacanza.
Tutto era completamente diverso dall'India a cui ero abituata fin dal primo secondo in cui siamo smontati dal treno.
I grattacieli, le persone, le ragazze in canottiera e shorts, i pub e i locali alla moda, i giganteschi shopping center di lusso, i cinema, la metropolitana e i treni veloci di superficie.
Non so se mi piace, ma non mi dispiace nemmeno. I sentimenti sono alquanto contrastanti.
Antefatto: mentre io, Selby, Joe perdiamo ben 2 treni per colpa dell'ultima birretta a Mysore, Micheal (che aveva fatto il check in in Hostel 3 ore prima) decide di unirsi a noi seguendo l'onda.
Il viaggio in treno è allucinante nel vero senso della parola, io dipingo le unghie a Selby, Joe fuma attaccato al predellino con il treno in corsa, i discorsi si fanno mistici e accorati parlando di spiritualità... Arriviamo a Bangalore a mezzanotte.
Punto numero uno: ho prenotato un Uber per spostarci dalla stazione. Uber!
Punto numero due: Bangalore conta 8,7 milioni di abitanti!
Punto tre: io e Selby andiamo a dormire da Pamela, una mia amica di Goa. Mike e Joe in un ostello lí vicino. Le nostre strade si separano ma ancora per poco.
Potrei riassumere i primi 4 giorni in questa città come il delirio. Il trascorrere delle mie giornate e delle nottate segue i ritmi e i rumori di questa metropoli assurda.
NB in un pomeriggio di questi capitiamo quasi per sbaglio nel miglior studio di tatuaggi della città, ne usciamo con uno a testa!
Rincontro anche Ryan e tutti insieme (io, lui, Selby, Pam, il suo moroso francese, Joe e la sua ragazza indiana) finiamo a ballare Ace Ventura live @Pebbles. Ok vi confesso e confermo che la tappa a Bangalore era in realtà dovuta principalmente a questo evento musicale. Oh che serata! Il posto è magico, con un gigantesco albero in mezzo al dance floor, la musica pompa e gli indiani sono scatenati!
E come tutte le fiabe dopo la festa ognuno per la sua strada: chi va al nord, chi al sud, chi a ovest e chi come me si sposta solo di quartiere.
A Chickmagalur avevo incontrato Andrei, che lavora per la banca statale Danese ed è stato distaccato qui per 6 mesi.
Mi invitano a stare qualche giorno da loro. E qui ho un altro choc. Vivono in quartiere chiamato Adarsh Palm Retreat che sembra Wistiria Lane!
Le ville sono tutte curate, giardini fioriti, macchinoni parcheggiati, ragazze che fanno jogging e signore ben vestite a passeggio.
L'altra faccia dell'India!
Mi lascio coccolare da loro quattro (Andrei in primis, Viktor, Martin e Nicholas), il loro autista Kumar (che btw è senza patente), la loro dolcissima domestica Shanti, una vera vasca da bagno e la lavatrice!
I giorni da Andrei sono colmi di chiacchiere, risate e relax.
Sono stati un toccasana per ricaricare le batterie, ripreparare la valigia e ripartire ristorata.
Bangalore mi ha lasciato senza parole.

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lunedì 19 giugno 2017

Mysore, connessioni

25-27 aprile 2017

Ormai ho capito che sto viaggiando per scoprire gente ed emozioni più che posti ed attrazioni.
Mysore città ricca, famosa per il suo palazzo sfarzoso, gli incensi inebrianti, le stoffe e i profumi raffinati mi ragala due perle grezze: Selby e Joe.
L'ostello dove dormo si chiama Maison 1907 ed è uno dei più carini freakchic Hostel che io abbia visto in India. Arredato con gusto, un oasi nel centro città.
Il caso vuole che, partendo alla volta del palazzo con due ragazze conosciute in stanza, ci imbattiamo in un altro gruppo di disadattati. Anche loro che come noi, cammina da tempo sotto il sole cocente delle 2pm, cercando di trovare l'ingresso. Ci riusciamo solo dopo 1 ora spaccata di orologio! Condividere un cervello in 7 non fa bene.
Scopriamo che anche i ragazzi appena incontrato sono, guarda caso, inquilini nel nostro ostello. In men che non si dica creiamo un gruppone e io mi ritrovo circondata da anglofoni madrelingua. Il rapporto è 1:9. Sono in netta minoranza! Il mio livello di stress da prestazione linguistica sale alle stelle!
Tutte le volte che penso a certe parti del mio viaggio la prima cosa che mi salgono in mente non sono i posti. E il palazzo di Mysore credete a me è meraviglioso. Purtroppo posso solo mostrare una foto che Selby è riuscito a scattare malgrado i divieto (mannaggia a lui siamo stati rincorsi dalla sicurezza).
E pure il tempio sulla collina, su cui ci siamo arrampicati salendo 1000 gradini, il pomeriggio seguente regala panorami e sensazioni da paura.
Ma credete a me, scambierei tutte le foto di attrazioni turistiche al mondo per un ora con una di queste due splendide anime.
Selby e Jo mi hanno toccato nel profondo. Fin dal primo secondo ho sentito che entrambi condividevano l'animo dolce che ha solo chi ha sofferto tanto, una saggezza che viene dalla strada e da una giovinezza dura, ma che è stata messa a frutto, una voglia di vivere che ci porterà poi a prendere un treno di notte alla volta di Bangalor per andare ad un party micidiale!

Connessioni.
l'India sta continuando a tenermi accesa e in trepidazione.
Connessioni.
Mia madre si stupisce, chiamo ogni nuova persona uomo o donna meravigliosa.
Connessioni.
È l'India che attira?
Sono io che attiro?
Sono io in India?
Connessioni.
Non mi interessa, è reale. Sono vere.
Connessioni.


Shravanabelagola l'inaspettato

24 aprile 2017

Ogni tanto mi piace fermarmi a caso in posti assolutamente non segnalati dalle guide. Apro Google map, clicco sul nome del posto e curioso sulle fotografie caricate dagli utenti.
Ecco come ho deciso di fermarmi qui.
È una minuscola cittadina con due colline, una di fronte all'altra, entrambe con templi jainisti.
Uno di questi ospita una statua monolitica di quasi 8 metri, che sbuca addirittura dal tetto del tempio!
Qualche volta davvero bisogna perdersi per trovare tesori.







domenica 18 giugno 2017

Chikmagalur, trekking in una tazza di caffè

20-23 aprile 2017

Qui al sud inizia a fare un bel po' caldo. Frase alquanto banale, ma lasciatemelo dire!
È tempo di migrare e poiché non sono una Rondinella, non scelgo il lontano nord, ma le miti temperature delle Hill Stations.
Decido così di partire alla volta di Chickmagalur.
Il viaggio è, che sorpresa, infinito.
Saluto Ryan, prendo i miei bagagli e parto da Gokarna alle 8 di mattina per arrivare a destinazione alle 20.30, avendo percorso soli 300 km.
Il paesaggio mi ripaga di tutto: è così verde e diverso. Sa di casa. Colline ricoperte di alberi altissimi, soprattutto acacie ed eucalipti, che servono ad ombreggiare le favolose coltivazione di caffè che crescono sottostanti. Tutto è molto verde e arancione. Sì, arancione è il colore di questa terra sgargiante che si lascia ammirare tra le radici, nelle scarpate e nei canali creati dai monsoni dell'anno precedente.

Arrivare con il buio in una nuova città non è mai una splendida idea, ma io ho già trovato il nome dell'ostello dove voglio dormire. Va tutto alla grande! Prendo un tuktuk che mi ci porta per 30 rupie.
L'ostello è chiuso e a quanto pare per sempre! Ottimo!
Serve il piano B, subito. Mi affido alla bontà e onestà del mio autista che mi indica sorridendo la porta di un hotel proprio di fronte a noi. È pulito, ordinato e alla mia portata!
Il giorno dopo lo passo a scorrazzare per le vie di questa città, che è molto ma molto più caotica di quanto pensassi.  Non è per nulla storica, artistica o quantomeno con una bella visuale. È un grosso e sporco paesone indiano. Quello che la rende speciale è la vicinanza con le bellissime colline verdeggianti. È il posto più economico dove alloggiare per poter esplorare i luoghi circostanti.
Dopo pranzo, quando ancora la Dosa e il caffè locale sono all'inizio della digestione, mi coglie di sorpresa un acquazzone con i fiocchi. È il secondo dopo quello di Hampi e devo ammettere che questa frescura non mi dispiace affatto.  Mi metto al riparo sotto la tettoia di un negozietto che guarda caso sfoggia in vetrina quello che sarà il mio svago per i prossimi giorni uggiosi: colori acrilici e pennelli!

Non c'è molto da fare qui e se non hai a disposizione un mezzo proprio è alquanto difficoltoso muoversi attorno alla città. Per fortuna Pam, la mia amica di Bangalore, mi ha dato il contatto di un suo amico local che mi scorrazza in giro per ristorantini e colline!

Il giorno prefissato per il mio tanto atteso trekking però lui deve lavorare. Decido di arrangiarmi. Insomma non può essere così difficile. E invece ovviamente si!
Nessuno ha informazioni dettagliate poiché, alle due cime che io voglio raggiungere con una traversata in cresta, gli indiani arrivano comodamente con le macchine!
Mi do da fare sul web dove finalmente scopro un blog abbastanza aggiornato, con tanto di pseudo cartina.
Il problema numero due ora è come arrivare al punto di partenza del trekking!
Ovviamente nessun mezzo pubblico, così pare. Sto per optare per pagare caro un tuktuk, quando il proprietario dell'hotel dove risiedo, si offre di accompagnarmi con lo scooter. Son ben 18km! Mi sembra troppo, ma lui insiste. Verrà ripagato con una scatola di dolcetti e prelibatezze in serata!
Il percorso inizia con una parte in salita  sotto il sole, ma piacevole e con una splendida vista. Nel mio zaino solo un litro d'acqua e due banane poiché solitamente in ogni dove, ma veramente in ogni luogo, gli indiani hanno carretti/baracche dove vendono di ogni. Ovviamente non qui! Il tempio di Shiva sulla sommità è sprovvisto di qualsiasi rifornimento. Il poliziotto di stanza lassù si impietosisce e mi riempie di riso, biscotti e acqua.

 Mi lascia anche il suo numero in caso di necessità. Felice e rincuorata parto sapendo anche che, metà strada, avrei incrociato un posto di blocco. "Se hai problemi chiedi aiuto alla polizia, don't worry!" Mi disse Prasanna. Peccato che i problemi me li abbiamo causati loro! Parlando un inglese stentato la polizia mi chiede un permesso, che secondo loro avrei dovuto pagare in città per poter camminare in montagna, permesso di cui nessuno, compreso l'albergatore, il poliziotto del tempio e altre mille persone con cui poi ho avuto questa conversazione, sapevano assolutamente nulla!
Provo a pagare il permesso "all'indiana", ma sono inamovibili. Mi fanno sedere e mi cacciano su un autobus a caso dopo 30 min di attesa.
L'autista, Dio ha avuto pietà di noi, corre come un pazzo su delle strade a strapiombo ed è colmo di gente e cose comprese 60 uova.

Il bus arriva alla mia prevista metà della camminata!
Li gironzolo in giro, scatto foto al meraviglioso panorama domandandomi come farò a tornare in città. Ormai ho detto mille mille volte quanto sono fortunata: si accosta una macchina con tre ragazzi. Mi avevano vista camminare la mattina. Sono romeni, che lavorano per una banca danese in Bangalore, in vacanza per il weekend! Inutile dire che è subito amicizia!

E questa meravigliosa amicizia mi porterà ad andare a trovarli a Bangalore e condividere le esperienze ad Alleppy.
Ma questa è un'altra storia!

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