È un respiro nuovo questo Gujarat.
Continuo a provarlo e continuo a ripeterlo.
È un respiro nuovo questo Gujarat.
Le settimane in Rajasthan, per quanto meravigliose dal punto di vista storico e artistico (palazzi e templi belli così se ne trovano pochi), sono state, e ora me ne rendo conto sempre più, estremamente estenuanti.
Camminavo con gli occhi bassi, perché se solo lo sguardo incrociava quello di un altra persona era subito un: "compra compra, vuoi vuoi, mangia da me, money money ... "
Cosa abbiamo fatto noi turisti occidentali. Abbiamo abituato questo popolo così bello e fiero a starsene seduto, stressare i turisti perché tanto prima o poi, i soldi arrivano. E ne arrivano pure più del necessario, più del dovuto, perché noi ci sentiamo ricchi nelle due settimane di tour del Rajasthan, noi pensiamo che con le nostre 100 rupie (1.30 euro) date al bambino per strada abbiamo fatto grandi cose.
Sbagliato. Abbiamo solo abituato un bambino a non provare nemmeno ad uscire da quel circolo, e le nostre rupie sono tantissime! Un indiano non darebbe mai più di 1-2-5 rupie ad un vecchio. Ai bambini loro non ne danno mai, loro sanno. Non non sappiamo e pensiamo di sapere.
Noi arriviamo schiacciando, pretendendo le continental breakfast, pagando cifre assurde per cose che loro pagano 10 volte meno senza domandarci se è giusto. Nei paesi stranieri bisognerebbe entrare in punta di piedi, adattarsi alle loro tradizioni culinarie, alla loro moneta, ai loro costumi. Non pretendere, fanciulla bionda con la canottierina, mezzo decolte di fuori e le bermuda di non essere oggetto di raggi x e magari qualche palpata!
Non lamentiamoci poi se vicino ai maggiori luoghi turistici sembra di stare a Rimini lungomare, stesse bancarella, nessun prodotto tipico, tutti che cercano di fregarti.
Stavo male, era un India che mi piaceva, ma mi mancava qualcosa. Mi mancava la gente.
Grazie Gujarat, grazie alla mia buona stella o al richiamo che ho avuto per il deserto e il kuch perché ci ha portato in una regione dove i turisti bianchi li vedono con il telescopio.
Qui sto vivendo le esperienze più belle, più pure di accoglienza e generosità incredibile.
È più difficile viaggiare qui: non parlano hindi solo gujarati, non parlano inglese e non ci sono nemmeno scritte in inglese, non sono abituati al turismo e tutto è pensato per loro.
Ma sono meravigliosi.
A Jamnagar, grossa città a 7 ore di Pullman da Buhj, passiamo due notti.
Una giornata la passiamo a girovagare per il cetro città, che vanta un pulitissimo lago circondato da una specie di pista da passeggio a pagamento, lunga un paio di km. Con 10 rupie (12 cent) entri e ti ritrovi a passeggiare con tuttla la Jamnagar bene. Due belle vasce in centro, ma con vista lago, pellicani, ibis, cormorani, martin pescatori... e giganteschi pipistrelli!
Il giorno dopo decidiamo di andare a visitare un Bird Sanctuary a 14 km dal centro.
La guida dice che è impossibile andarci in bus. Noi ci proviamo. In qualche modo ci facciamo capire dal bigliettaio, che tuttavia ci fa scendere a tre km dall'incrocio.
E qui parte la meraviglia della giornata, che potremmo intitolare: la gentilezza del genere umano.
1) un tizio in tuktuk si ferma apposta e ci scarrozza fino all'incrocio della strada per il parco;
2) un signore con motocoltivatore adibito a carretto ci da un altro passaggio tra le patate e le cipolle praticamente fino all'ingresso, risparmiandoci altri 4km;
3) la bigliettaia del parco, stupita che fossimo a piedi, ci monta sulla sua motocicletta e ci accompagna per mezzo parco facendoci osservare con il binocolo miriadi di uccelli migratori comprese cicogne nere, fenicotteri e cicogne red pointed;
4) al ritorno, mentre stiamo arrancando sulla strada cocente alle 2pm, un signore ci carica sul suo furgone e ci porta vicino alla fermata del bus.
Quando pensiamo sia già un gesto sufficientemente gentile ecco che ci mostra il suo "ristorante" e ci offre the e pranzo. Offeso rifiuta di essere pagato e continua a dirci "guest", ospiti;
5) mentre aspettiamo il bus si ferma nientepopodimeno che (che bello scrivere nientepopodimeno!!) un'ambulanza! Sorridenti, loro, portano noi, ormai attoniti, quasi fino al nostro albergo;
6) e non è finita qui. Durante l'ultimo tratto di strada incrociamo una famiglia in festa per un matrimonio. Non ci son santi che tengono, dobbiamo entrare e mangiare qualcosa con loro, fare foto con tutti compreso con lo sposo!
Scappiamo prima ci ingozzino come tacchini.
Che bella la gente qui, sono sorridenti, orgogliosi di conoscerti, offrirti qualcosa o darti le indicazioni con le due parole di inglese che conoscono.
Che bello in Gujarat, che bello che bello!
Qui le fotografie di Jamnagar!
Continuo a provarlo e continuo a ripeterlo.
È un respiro nuovo questo Gujarat.
Le settimane in Rajasthan, per quanto meravigliose dal punto di vista storico e artistico (palazzi e templi belli così se ne trovano pochi), sono state, e ora me ne rendo conto sempre più, estremamente estenuanti.
Camminavo con gli occhi bassi, perché se solo lo sguardo incrociava quello di un altra persona era subito un: "compra compra, vuoi vuoi, mangia da me, money money ... "
Cosa abbiamo fatto noi turisti occidentali. Abbiamo abituato questo popolo così bello e fiero a starsene seduto, stressare i turisti perché tanto prima o poi, i soldi arrivano. E ne arrivano pure più del necessario, più del dovuto, perché noi ci sentiamo ricchi nelle due settimane di tour del Rajasthan, noi pensiamo che con le nostre 100 rupie (1.30 euro) date al bambino per strada abbiamo fatto grandi cose.
Sbagliato. Abbiamo solo abituato un bambino a non provare nemmeno ad uscire da quel circolo, e le nostre rupie sono tantissime! Un indiano non darebbe mai più di 1-2-5 rupie ad un vecchio. Ai bambini loro non ne danno mai, loro sanno. Non non sappiamo e pensiamo di sapere.
Noi arriviamo schiacciando, pretendendo le continental breakfast, pagando cifre assurde per cose che loro pagano 10 volte meno senza domandarci se è giusto. Nei paesi stranieri bisognerebbe entrare in punta di piedi, adattarsi alle loro tradizioni culinarie, alla loro moneta, ai loro costumi. Non pretendere, fanciulla bionda con la canottierina, mezzo decolte di fuori e le bermuda di non essere oggetto di raggi x e magari qualche palpata!
Non lamentiamoci poi se vicino ai maggiori luoghi turistici sembra di stare a Rimini lungomare, stesse bancarella, nessun prodotto tipico, tutti che cercano di fregarti.
Stavo male, era un India che mi piaceva, ma mi mancava qualcosa. Mi mancava la gente.
Grazie Gujarat, grazie alla mia buona stella o al richiamo che ho avuto per il deserto e il kuch perché ci ha portato in una regione dove i turisti bianchi li vedono con il telescopio.
Qui sto vivendo le esperienze più belle, più pure di accoglienza e generosità incredibile.
È più difficile viaggiare qui: non parlano hindi solo gujarati, non parlano inglese e non ci sono nemmeno scritte in inglese, non sono abituati al turismo e tutto è pensato per loro.
Ma sono meravigliosi.
A Jamnagar, grossa città a 7 ore di Pullman da Buhj, passiamo due notti.
Una giornata la passiamo a girovagare per il cetro città, che vanta un pulitissimo lago circondato da una specie di pista da passeggio a pagamento, lunga un paio di km. Con 10 rupie (12 cent) entri e ti ritrovi a passeggiare con tuttla la Jamnagar bene. Due belle vasce in centro, ma con vista lago, pellicani, ibis, cormorani, martin pescatori... e giganteschi pipistrelli!
La guida dice che è impossibile andarci in bus. Noi ci proviamo. In qualche modo ci facciamo capire dal bigliettaio, che tuttavia ci fa scendere a tre km dall'incrocio.
E qui parte la meraviglia della giornata, che potremmo intitolare: la gentilezza del genere umano.
1) un tizio in tuktuk si ferma apposta e ci scarrozza fino all'incrocio della strada per il parco;
2) un signore con motocoltivatore adibito a carretto ci da un altro passaggio tra le patate e le cipolle praticamente fino all'ingresso, risparmiandoci altri 4km;
3) la bigliettaia del parco, stupita che fossimo a piedi, ci monta sulla sua motocicletta e ci accompagna per mezzo parco facendoci osservare con il binocolo miriadi di uccelli migratori comprese cicogne nere, fenicotteri e cicogne red pointed;
4) al ritorno, mentre stiamo arrancando sulla strada cocente alle 2pm, un signore ci carica sul suo furgone e ci porta vicino alla fermata del bus.
Quando pensiamo sia già un gesto sufficientemente gentile ecco che ci mostra il suo "ristorante" e ci offre the e pranzo. Offeso rifiuta di essere pagato e continua a dirci "guest", ospiti;
5) mentre aspettiamo il bus si ferma nientepopodimeno che (che bello scrivere nientepopodimeno!!) un'ambulanza! Sorridenti, loro, portano noi, ormai attoniti, quasi fino al nostro albergo;
6) e non è finita qui. Durante l'ultimo tratto di strada incrociamo una famiglia in festa per un matrimonio. Non ci son santi che tengono, dobbiamo entrare e mangiare qualcosa con loro, fare foto con tutti compreso con lo sposo!
Scappiamo prima ci ingozzino come tacchini.
Che bella la gente qui, sono sorridenti, orgogliosi di conoscerti, offrirti qualcosa o darti le indicazioni con le due parole di inglese che conoscono.
Che bello in Gujarat, che bello che bello!
Qui le fotografie di Jamnagar!
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