lunedì 13 febbraio 2017

Gente di mare - Dwarka

Mi piace Dwarka. C'è un clima diverso. È il clima di una nostra cittadina dell'Adriatico in estate (senza bar e cocktail purtroppo) dove la gente è spensierata.

È una delle città sacre degli hindu, una di quelle che loro dovrebbero visitare in pellegrinaggio, quindi è piena zeppa di turisti indiani che si godono la vacanza e rendono tutto più rilassato e "tranquillo" (per gli standard nazionali).
Un giorno lo trascorriamo gironzolando tra le viuzze. Ci sono molti venditori di conchiglie. Meravigliose conchiglie di tutte le forme e colori, coralli e perle raccolte sulle spiagge appena cala la marea del mattino.
C'è profumo di mare, per la mia mente è profumo di vacanza.
Un giorno è dedicato ad una spiaggia bianca brillante, fatta a mezzaluna con una piccola barriera, che emerge man mano che avanza il pomeriggio.

La marea rivela così pozze con granchi arrabbiati dalle chele azzurre, giganti lumache piene di bubboni colorati che sfrecciano rapide tra gli scogli, conchiglie e molluschi, alghe verde brillante e alcuni pescatori che, con l'acqua che gli arriva alle cosce, si adoperano con le reti.
Faccio il bagno, non una ma due volte.
La persona più vicina a noi è distante almeno un km. Faccio il bagno in costume, libera dal "burka". Meno siamo vestiti più siamo solo noi e il nostro corpo, più siamo liberi, più siamo noi stessi. Da dove arriva la nostra sociale avversione per la nudità? Non dovrebbe esserci nulla di piu naturale e bello, ma noi preferiamo tette finte, vestiti sgargianti e sorrisi rifatti.
L'acqua è freddina, ma piacevole. Il vento che ti accoglie all'estero invece, quello è al limite del fastidioso, ma rende sopportabili le temperature.
Non c'è un filo di ombra. C'è solo la crema fp30.
Mi piace da impazzire il mare. Adoro tutto, tolte le meduse, la sabbia nelle mutande e forse qualcos'altro. Adoro il fatto che sia rilassante, che porti in me quella calma che spazza via ogni pensiero. Sentire di non sentire e apprezzare il silenzio della mente.
Un'altro giorno invece prendiamo una barca, stile profughi a Lampedusa, e da Okha atterriamo a Bet-Dwarka, isola famosa e meta di turismo per l'ennesimo tempio.
Non per essere scortesi, ma il tempio lo bypassiamo e ci perdiamo all'interno dell'isola.
Sembra di essere in Mediterraneo. Tutto semi deserto, finché ad un tratto veniamo sommersi da bambini urlanti, felici che ci rincorrono e ci inseguono salutando con la mano.
Arriviamo su di una spiaggia meravigliosa, dove alcuni pescatori sono intenti a ritirare le reti sulla barca, mentre altri sulla spiaggia ne riparano una, con pezzi di legno, chiodi e pece.

Purtroppo la meravigliosa ed idilliaca spiaggia da cartolina è l'ennesima discarica.
L'ho detto e lo ripeterò all'infinito. La spazzatura è la prima piaga di questa nuova India.
Un colpo al cuore, una morsa. Ed è anche colpa nostra, noi occidentali abbiamo percorso a capofitto la strada del progresso, quella del consumismo sfrenato, senza badare ai costi ambientali.
Ora che pian piano stiamo facendo marcia indietro, o comunque cerchiamo di mettere pezze sugli enormi strappi creati all'ecosistema terra, esportiamo il nostro modello di crescita tal quale. È come tornare indietro negli anni del boom sfrenato senza se è senza ma, senza attenzione al domani, senza il principio responsabilità, senza la consapevolezza dello parola sostenibile.
Povero mondo. Povero noi.
A pranzo ci ripariamo davanti al mini micro negozietto di un paesino sperduto nell'entroterra isolana. Qualcuno poi mi spiegherà come abbiamo fatto a trascorrere quasi due ore con tutta la famiglia del proprietario del chiosco senza che nessuno parlasse inglese o hindi! Parenti alla lontana e vicini di casa si univano e si staccano ogni tot dalla combriccola mantenendo sempre a bilancio un cospicuo numero di persone curiose intorno a noi, persone che bevevano un the, due patatine, due foto, tanti gesti e sorrisi, ma soprattutto tantissime risate.
Abbiamo riso come matti!
I sorrisi, i gesti di gentilezza e amore rimangono. Tutto il resto è passeggero.


FOTOGRAFIE 

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