Oggi sono stata al mercato! E che bazar, peccato che per qualche strano motivo molti negozi erano chiusi. Anzi, per la precisione solo i venditori di cibo sembravano aver deciso uno sciopero. Questo scatenerà una piccola crisi glicemica nel pomeriggio, che verrà colmata mangiando uno squisito riso con verdure da uno dei pochi carretti ancora funzionanti.
Potrei riassumere il tutto in colori, traffico, casino, purtroppo nessun profumo di pakora, e tanta tanta gente!
Scendiamo a piedi dal nostro quartiere (il più a nord della città) passando per viuzze e stradine, compero un Pumelo. Lascio stupiti 4 signori estraendo il mio Opinel e sbucciandolo in due secondi. Condivido la frutta con Roberto, le bucce con un bellissimo toro bianco. Il Pumelo più buono di sempre!
Il successivo pezzo di strada, troppo davvero troppo trafficato, lo facciamo salendo su di un tuktuk con una coppietta, una signora tornata dalla spesa e un ragazzino. Prendere un tuktuk è come una corsa sull'ortobruco: scossoni, salti, curve a gomito e brusche frenate. Non per i deboli di stomaco. Comunque meglio tenersi forte alle barre laterali e non guardare come il vostro guidatore s tia zigzagando o facendo il pelo agli autobus!
Il bazar è bellissimo.
Ho un missione: devo assolutamente tornare a casa con uno scialle di lana. Ho già raffreddore e tosse, non voglio assolutamente peggiorarle. La notte fa freddo, parecchio freddo.
C'è l'imbarazzo della scelta e io mi innamoro di una meraviglia a fiori fucsia. Bisogna contrattare. Spuntiamo un buon prezzo per due, così anche R starà caldo.
Giuro non son proprio portata per il contratto, è più forte di me, mi imbarazza. Ma ci dovrò fare l'abitudine.
Il pomeriggio scorre tranquillo tra le stradine fino al nostro ritorno in tuktuk.
Lo so niente di eccitante, niente ladri, niente pericoli, solo un bel pezzo di India!
Tornando a casa penso che ho fatto tutto quello che non pensavo di voler fare: mangiare cibo da un carretto (la fame è fame), attraversare la strada (qui mi applaudo da sola viste le mie ataviche paure) e contrattare!
Superare i blocchi seguendo la corrente.
La vita.
Potrei riassumere il tutto in colori, traffico, casino, purtroppo nessun profumo di pakora, e tanta tanta gente!
Scendiamo a piedi dal nostro quartiere (il più a nord della città) passando per viuzze e stradine, compero un Pumelo. Lascio stupiti 4 signori estraendo il mio Opinel e sbucciandolo in due secondi. Condivido la frutta con Roberto, le bucce con un bellissimo toro bianco. Il Pumelo più buono di sempre!
Il successivo pezzo di strada, troppo davvero troppo trafficato, lo facciamo salendo su di un tuktuk con una coppietta, una signora tornata dalla spesa e un ragazzino. Prendere un tuktuk è come una corsa sull'ortobruco: scossoni, salti, curve a gomito e brusche frenate. Non per i deboli di stomaco. Comunque meglio tenersi forte alle barre laterali e non guardare come il vostro guidatore s tia zigzagando o facendo il pelo agli autobus!
Il bazar è bellissimo.
Ho un missione: devo assolutamente tornare a casa con uno scialle di lana. Ho già raffreddore e tosse, non voglio assolutamente peggiorarle. La notte fa freddo, parecchio freddo.
C'è l'imbarazzo della scelta e io mi innamoro di una meraviglia a fiori fucsia. Bisogna contrattare. Spuntiamo un buon prezzo per due, così anche R starà caldo.
Giuro non son proprio portata per il contratto, è più forte di me, mi imbarazza. Ma ci dovrò fare l'abitudine.
Il pomeriggio scorre tranquillo tra le stradine fino al nostro ritorno in tuktuk.
Lo so niente di eccitante, niente ladri, niente pericoli, solo un bel pezzo di India!
Tornando a casa penso che ho fatto tutto quello che non pensavo di voler fare: mangiare cibo da un carretto (la fame è fame), attraversare la strada (qui mi applaudo da sola viste le mie ataviche paure) e contrattare!
Superare i blocchi seguendo la corrente.
La vita.
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