lunedì 16 gennaio 2017

E domani

E oggi si parte.
Lascio Rishikesh con il sorriso, lascio qui la mollezza dell'inizio viaggio, la pace e la quiete di una città anche troppo tranquilla per gli standard indiani. Sono eccitata. Scodinzolo. Stiamo per prendere un treno notte che dopo circa 14 ore e 500km ci porterà a Jaipur.

A volte mi sento pazza, ma non vedo l'ora di ributtarmi di testa nelle sensazioni che mi hanno inondata a Dehli.  Mi sembra di aver vissuto la prima settimana soft, come l'avvio morbido per i bimbi dell'asilo. Di questo ne son felice, ma ora è tempo di fare un altro passo.
Si forse son matta, ma se non ti piace il limone non comperi limonata!
Una cosa lascio volentieri qui: i muratori e gli operai che, a mano e senza tanti attrezzi, da giorni disturbano le mie mattinate, i miei pisoli pomeridiani (soprattutto quelli con la febbre).
Stanno rifacendo i bagni per la prossima stagione turistica, che inizierà a febbraio. Ma che frastuono, son stata spinta sull'orlo dell'indianicidio! 
Ieri ero in camera con la febbre, il continuo martellare esattamente sul muro dietro il mio letto mi ha spinta a scendere in strada. 
Le cose non capitano mai per caso, non mi stuferó mai di ripeterlo.
Scendo e mi ritrovo a dividere le sedie di plastica sgangherate con il padrone di casa e le sue figlie. Rimaniamo da soli io e lui e cerchiamo di intavolare una discussione a gesti, parole in inglese, in italiano e hindi. Lui non parla inglese, io non capisco l'hindi. Entrambi abbiamo voglia di condividere.
Capisco che è sconvolto e che vorrebbe proteggermi (ha tre figlie giovani, l'istinto Paternò è forte) per il fatto che divido la camera con Roberto.
"You no marriege, you my friend".
Inutile provare a spiegare che non c'è contatto fisico e siamo solo amici. Io resto comunque no marriage, e per di più "you thirties, ahi hai".. insomma son una vecchia zitella per gli standard!
La sera ancora con i brividi da freddo riesco a trascinarmi al Ganga Beach cafè per una zuppa calda. Siamo gli unici clienti e a breve ci troviamo a giocare con i due bimbi dei proprietari (femminuccia di 3 e maschio di 2, che a detta del padre son "monkeys, the lives in the mountains, if I let them free they dyestroy my restaurant"). La più grande senza pudore impara a gettare il cucchiaio nella mia zuppa, ma con disappunto non riesce ad estrarlo pieno... Mi ritrovo così ad imboccare e dividere il pasto con questa adorabile scimmietta pestifera.
Lascio Rishikesh felice, pare senza febbre, pronta per il triplo carpiato con avvitamento sul treno notte per Jaipur.
See ya


1 commento:

  1. La felicità va cercata, il destino va scritto e la vita goduta. Vai dolce Nini, prendi tutto. Baci mamma

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