I bravi turisti si danno da fare con largo anticipo, leggono, studiano, prenotano e si informano.
Non mi sento una turista, io sto viaggiando.
Quello che faccio è dare una veloce scorsa alla guida, una alla mappa per capire a grandi linee i tragitti (anche perché solitamente l'unico modo per sapere come andare da A a B è chiedere ad A, non c'è verso di saperlo prima con internet o da un diverso luogo C) e poi via. Tutto ciò è abbastanza sciocco forse, ma così non ho aspettative e quello che trovo mi colpisce con grande impatto!
Con Hampi è successo proprio così. Tutti me ne parlavano, tutti sembravano esserci stati. Quindi ho preso un bus notturno da Goa in compagnia di Kate and Mat, una coppia inglese di ritorno da un anno di lavoro in Cina!
Sull'autobus incontro anche Peter, che diventerà compagno di avventure.
Non mi dilungo nel descrivere l'ennesima corsa su uno sleeper bus.. buche, scossoni, urla, cena a mezzanotte in mezzo al nulla.. standard!
L'arrivo ad Hampi alle 6 di mattina con il sorgere del sole mi ha letteralmente sconvolta. E mi son sentita scema, avrei dovuto saperlo? Mi sarei dovuta prepare? NO!
Il cuore che batte all'impazzata alla vista dei sassi enormi e rotondi, i templi, il fiume nel mezzo pieno di verde. Da togliere il fiato.
Sì, da quel momento in poi ho deciso di informarmi quel tanto che basta per non prendere decisioni errate.
Hampi è meravigliosa. È un piccolo paese diviso a metà da un fiume. Da un lato il bazar, i templi è tutta la zona archeologica, dall'altra guest house tra il verde di campi di riso e banane.
Capisco che questo posto ha qualcoza di magico già dal primo momento perché in sequenza mi capita:
- lanciarmi nel fiume completamente vestita solo per giocare con tre bambini che cercavano di spruzzarmi. Scateno l'ilarità di tutti i presenti.
- baciare un bellissimo elefante di nome Lakhsmi
- diventare la migliore amica di Shiva, un bambino di 3 anni e il suo microscopico gattino. Giochiamo ad infilarci le penne nel naso, come mamma insegna!
- ricevere il pranzo gratuito e mangiare assieme a tutti i pellegrini del tempio di shiva.
- assistere ad un matrimonio e dover gettare riso urlando frasi a me non ben chiare.
- guardare il tramonto dai sassi cocenti con Peter e Chantal, una meraviglia di modella mezza africana dal fascino irraggiungibile
- guardare trainspotting durante la cena.
Arrivata a sera ho pensato tra me e me che se questo è l'inizio, la settimana parte proprio bene!
E i fatti è stata ricca, più ricca di un bignè alla crema.
Ho noleggiato uno scrausissimo motorino alla modica cifra di 100 rupie al giorno (1.30 euro) e via tra le campagne! È un susseguirsi di sassi enormi e rotondi e infuocati dal sole, campi di riso verdissimi, canali, banane, strade rosse e aride, colori che creano un contrasto imparagonabile!
Il mio posto preferito resta il fiume, la piccola hippie zone vicino alle cascate, da dove ci si può tuffare e fare il bagno in un acqua fresca e all'apparenza pulita! Forse è stato eletto a 'il mio posto preferito' perché ad Hampi la temperatura minima (alle 4 di mattina) rimane tra i 30 e 34°C ... O forse era solo un luogo magico di per sè dove tutti prima o poi ci si ritrova. La prova sta in Mario, un ragazzo israeliano conosciuto a Goa, che mi spunta all'improvviso proprio mentre stiamo facendo il bagno! Da non credere! È proprio vero che in India tutto è possibile! Tutto è possibile e tutto ti (o mi) arriva tra capo e collo senza muovere un dito.
Altro esempio: un tardo pomeriggio io e Peter decidiamo di raggiungere gli altri in cima al Monkey Temple (576 scalini. Gli indiani son sempre così orgogliosi di specificarne il numero). Saliamo le scale quasi di corsa perché il sole sta tramontando. In cima dopo aver raggiunto gli amici, passiamo di fronte ad un gruppo di sadu (potremmo paragonarli ai nostri preti alla lontana) che decidono di fermare me, unica nel gruppo, con tono imperativo. Mi fanno sedere tra di loro e iniziano a farmi fumare chillum come se non ci fosse un domani.. io ringrazio e cerco di svignarmela, ma con i sadu è impossibile! Morale della favola, dopo esserci goduti il sorgere della luna piena, sono l'unica del gruppo a dover impegnarmi a fare le scale di rientro senza barcollare o scatafasciarmi al suolo!
Un'altra sera, sono a cena dall'altra parte del fiume, quando si scatena a un temporale di quelli con i fiocchi, del tipo simile ai temporali estivi nella mia regione in Trentino (per la cronaca è la prima pioggia da quando sono in India). Quando finalmente tutto si calma sono quasi le 2 di notte, il mio telefono è scarico, non ho una torcia e la mia stanza è al di là del fiume!
Gli altri ragazzi son scappati prima. Ma l'India mi ha insegnato una cosa: chiedi e ti sarà dato. Ho chiesto all'universo una piccola mano (il piano B era dormire nel ristorante, avevo già il permesso) e lui mi ha inviato Simba e Timo, due svalvolati (kombo India + Berlino) che ridendo come i pazzi alla vista di questa povera fanciulla senza torcia mi scortano coraggiosamente e mi aiutano a guardare il fiume! Siano benedetti!
L'ultimo giorno ad Hampi è stato ovviamente quello di chiusura con il botto: siamo in città al momento giusto. C'è un super festival per celebrare le nozze di Shiva e Parvati, due tra le maggiori divinità hindu. Due carri enormi son addobbati a festa e vengono trascinati per la via principale usando dei grossi canopi, mentre la gente accorsa da tutto il circondario, suona i tamburi e lancia banane. Sì, lancia banane! Mi è stato detto che un tempo lanciavano anche manghi e cocchi ora vietati per ovvi motivi di salute pubblica!
Tornando in guesthouse inciampo sulle scale per scendere al fiume, rovescio la borsa, perdo il portafoglio. Dentro solo 2 euro, ma un bancomat e la patente.
Ora penso che non mi dilungherò a raccontare le mie quasi 4 ore alla polizia per cercare di avere una denuncia di smarrimento, con grossi problemi di comprensione, io che ad un certo momento scoppio a piangere minacciando di chiamare il consolato, una poliziotta che mi consola, il capo ufficio che mi offre da pranzo invece che scrivere la dichiarazione... Insomma una bella baraonda da cui esco con un foglio scritto di mio pugno, pieno di errori grammaticali e sulla cui validità ho ancor dubbi.
Riparto senza patente, ma con il cuore di nuovo stracolmo, benché un pezzettino lo abbia lasciato la tra le rocce.
Grazie, grazie Hampi per tutta la tua magia!
GALLERY
Non mi sento una turista, io sto viaggiando.
Quello che faccio è dare una veloce scorsa alla guida, una alla mappa per capire a grandi linee i tragitti (anche perché solitamente l'unico modo per sapere come andare da A a B è chiedere ad A, non c'è verso di saperlo prima con internet o da un diverso luogo C) e poi via. Tutto ciò è abbastanza sciocco forse, ma così non ho aspettative e quello che trovo mi colpisce con grande impatto!
Con Hampi è successo proprio così. Tutti me ne parlavano, tutti sembravano esserci stati. Quindi ho preso un bus notturno da Goa in compagnia di Kate and Mat, una coppia inglese di ritorno da un anno di lavoro in Cina!
Sull'autobus incontro anche Peter, che diventerà compagno di avventure.
Non mi dilungo nel descrivere l'ennesima corsa su uno sleeper bus.. buche, scossoni, urla, cena a mezzanotte in mezzo al nulla.. standard!
L'arrivo ad Hampi alle 6 di mattina con il sorgere del sole mi ha letteralmente sconvolta. E mi son sentita scema, avrei dovuto saperlo? Mi sarei dovuta prepare? NO!
Il cuore che batte all'impazzata alla vista dei sassi enormi e rotondi, i templi, il fiume nel mezzo pieno di verde. Da togliere il fiato.
Sì, da quel momento in poi ho deciso di informarmi quel tanto che basta per non prendere decisioni errate.
Hampi è meravigliosa. È un piccolo paese diviso a metà da un fiume. Da un lato il bazar, i templi è tutta la zona archeologica, dall'altra guest house tra il verde di campi di riso e banane.
Capisco che questo posto ha qualcoza di magico già dal primo momento perché in sequenza mi capita:
- lanciarmi nel fiume completamente vestita solo per giocare con tre bambini che cercavano di spruzzarmi. Scateno l'ilarità di tutti i presenti.
- baciare un bellissimo elefante di nome Lakhsmi
- diventare la migliore amica di Shiva, un bambino di 3 anni e il suo microscopico gattino. Giochiamo ad infilarci le penne nel naso, come mamma insegna!
- ricevere il pranzo gratuito e mangiare assieme a tutti i pellegrini del tempio di shiva.
- assistere ad un matrimonio e dover gettare riso urlando frasi a me non ben chiare.
- guardare il tramonto dai sassi cocenti con Peter e Chantal, una meraviglia di modella mezza africana dal fascino irraggiungibile
- guardare trainspotting durante la cena.
Arrivata a sera ho pensato tra me e me che se questo è l'inizio, la settimana parte proprio bene!
E i fatti è stata ricca, più ricca di un bignè alla crema.
Ho noleggiato uno scrausissimo motorino alla modica cifra di 100 rupie al giorno (1.30 euro) e via tra le campagne! È un susseguirsi di sassi enormi e rotondi e infuocati dal sole, campi di riso verdissimi, canali, banane, strade rosse e aride, colori che creano un contrasto imparagonabile!
Il mio posto preferito resta il fiume, la piccola hippie zone vicino alle cascate, da dove ci si può tuffare e fare il bagno in un acqua fresca e all'apparenza pulita! Forse è stato eletto a 'il mio posto preferito' perché ad Hampi la temperatura minima (alle 4 di mattina) rimane tra i 30 e 34°C ... O forse era solo un luogo magico di per sè dove tutti prima o poi ci si ritrova. La prova sta in Mario, un ragazzo israeliano conosciuto a Goa, che mi spunta all'improvviso proprio mentre stiamo facendo il bagno! Da non credere! È proprio vero che in India tutto è possibile! Tutto è possibile e tutto ti (o mi) arriva tra capo e collo senza muovere un dito.
Altro esempio: un tardo pomeriggio io e Peter decidiamo di raggiungere gli altri in cima al Monkey Temple (576 scalini. Gli indiani son sempre così orgogliosi di specificarne il numero). Saliamo le scale quasi di corsa perché il sole sta tramontando. In cima dopo aver raggiunto gli amici, passiamo di fronte ad un gruppo di sadu (potremmo paragonarli ai nostri preti alla lontana) che decidono di fermare me, unica nel gruppo, con tono imperativo. Mi fanno sedere tra di loro e iniziano a farmi fumare chillum come se non ci fosse un domani.. io ringrazio e cerco di svignarmela, ma con i sadu è impossibile! Morale della favola, dopo esserci goduti il sorgere della luna piena, sono l'unica del gruppo a dover impegnarmi a fare le scale di rientro senza barcollare o scatafasciarmi al suolo!
Un'altra sera, sono a cena dall'altra parte del fiume, quando si scatena a un temporale di quelli con i fiocchi, del tipo simile ai temporali estivi nella mia regione in Trentino (per la cronaca è la prima pioggia da quando sono in India). Quando finalmente tutto si calma sono quasi le 2 di notte, il mio telefono è scarico, non ho una torcia e la mia stanza è al di là del fiume!
Gli altri ragazzi son scappati prima. Ma l'India mi ha insegnato una cosa: chiedi e ti sarà dato. Ho chiesto all'universo una piccola mano (il piano B era dormire nel ristorante, avevo già il permesso) e lui mi ha inviato Simba e Timo, due svalvolati (kombo India + Berlino) che ridendo come i pazzi alla vista di questa povera fanciulla senza torcia mi scortano coraggiosamente e mi aiutano a guardare il fiume! Siano benedetti!
L'ultimo giorno ad Hampi è stato ovviamente quello di chiusura con il botto: siamo in città al momento giusto. C'è un super festival per celebrare le nozze di Shiva e Parvati, due tra le maggiori divinità hindu. Due carri enormi son addobbati a festa e vengono trascinati per la via principale usando dei grossi canopi, mentre la gente accorsa da tutto il circondario, suona i tamburi e lancia banane. Sì, lancia banane! Mi è stato detto che un tempo lanciavano anche manghi e cocchi ora vietati per ovvi motivi di salute pubblica!
Tornando in guesthouse inciampo sulle scale per scendere al fiume, rovescio la borsa, perdo il portafoglio. Dentro solo 2 euro, ma un bancomat e la patente.
Ora penso che non mi dilungherò a raccontare le mie quasi 4 ore alla polizia per cercare di avere una denuncia di smarrimento, con grossi problemi di comprensione, io che ad un certo momento scoppio a piangere minacciando di chiamare il consolato, una poliziotta che mi consola, il capo ufficio che mi offre da pranzo invece che scrivere la dichiarazione... Insomma una bella baraonda da cui esco con un foglio scritto di mio pugno, pieno di errori grammaticali e sulla cui validità ho ancor dubbi.
Riparto senza patente, ma con il cuore di nuovo stracolmo, benché un pezzettino lo abbia lasciato la tra le rocce.
Grazie, grazie Hampi per tutta la tua magia!
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